La “carestia” di sport sul pianeta significa che i broadcasters non stanno trasmettendo gli eventi per cui i loro abbonati avevano pagato.
Questo sta mettendo a rischio accordi milionari e potrebbe significare la rovina per molti team e atleti.
Il promoter inglese Eddie Hearn sta cercando di trovare potenziali soluzioni. Il businessman inglese infatti ha attivo un contratto con la piattaforma sportiva DAZN per 1 miliardo di sterline per la messa in onda dei match dei suoi atleti e ha in calendario il ritorno sul ring di Anthony Joshua per il 20 giugno.
Le sue alternative sul tavolo al momento sono due: posticipare (piu’ probabile) o spostare il match in altri paesi (suggestiva, ma piu’ difficile).
“La nostra priorità è di disputare il match in UK” ha detto Hearn “ma se se non riusciamo ad ottenere la disponibilità in UK potremmo andare negli USA, Asia o altrove”.
A sentire il promoter sembra un’ipotesi impossibile, data la difficoltà di muoversi in questo periodo, ma le regioni che sono ormai in fase di recupero dall’emergenza COVID-19 potrebbero pensare, per gruppi contenuti di atleti e staff, di organizzarsi ed ospitare gli eventi sportivi in questione.
Particolarmente interessate potrebbero essere tutti qui paesi che prima della pandemia stavano investendo forte sulle manifestazioni sportive.
Questa possibilità di scelta sulla cartina geografica potrebbe rappresentare un’opportunità incredibile per sport come boxe, tennis e golf. Questi eventi, infatti, coinvolgono un numero limitato di persone e staff e questo significherebbe che i costi per test e quarantena non sarebbero troppo onerosi.
Hearn ha di recente organizzato l’ultimo match di Joshua in Arabia Saudita a Dicembre e non ha svelato quali paesi sarebbero potenzialmente interessati ad ospitare i suoi prossimi match in caso di relocation.
Il Regno Saudita ha già ospitato la Supercoppa Italiana di Calcio ed eventi della Liga spagnola e ha ormai fatto trasparire chiaramente il suo interesse a imporsi nella organizzazione di eventi sportivi sbaragliando la concorrenza storica dei paesi vicini come Dubai e Bahrain che ormai da anni ospitano eventi di livello top mondiale di golf, tennis e Formula 1
Lo stress finanziario causato dalla cancellazione dei match impone ad atleti, team e organizzatori di considerare alternative valide in caso la ripresa in Occidente venga posticipata a dopo l’estate.
La società fondata dal multimiliardario Len Blavatnik DAZN ha siglato un contratto di 8 anni per mettere in onda gli incontri targato Matchroom (la promotion di Hearn) e ha quindi molte valide ragioni perché questi match si disputino. Molti dei suoi 8 milioni di abbonati, infatti, potrebbero risolvere i rispettivi contratti con un mese di preavviso. DAZN attualmente opera in 9 paesi e il virus ha già arrestato le strategie di espansione della piattaforma sportiva.
Come Hearn anche la Formula 1 si sta guardando in giro per salvare la stagione. Il circus di proprietà dell’americano John Malone e Liberty Media ha circuiti in Cina e Canada e potrebbe riformulare il suo calendario in modo tale da anticipare i GP nelle regioni meno colpite dal virus.
L’amministratore delegato Chase Carey ha di recente dichiarato che il calendario 2020 potrebbe presentare “significative” differenze rispetto al piano originari a che la Formula 1 attende “dati piu’ chiari riguardo alla situazione nei paesi ospitanti e maggiori informazioni circa le condizioni per gli spostamenti in questi paesi nei prossimi mesi”
“Non stiamo dicendo che la modifica del calendario sia una cosa semplice.
Organizzare un GP richiede spostamenti di centinaia di persone tra team e piloti piu’ lo staff delle televisioni. Il programma è stato pensato per non sovrapporsi con altri eventi e per garantire le condizioni climatiche ottimali (per esempio a Montreal non è possibile correre nei mesi freddi per via del ghiaccio)”.
Nonostante ciò, la Formula 1 sta facendo passi decisi in previsione di possibili mutamenti.
I team infatti hanno già rinunciato al proprio diritto di veto sullo spostamento delle gare dando carta bianca all’organizzatore di ristrutturare la stagione.
Con questi accorgimenti aumenterebbero notevolmente le probabilità di passare tutti indenni la tempesta finanziaria causata da questa pandemia.
La Formula 1 ha incassato 632 millioni di sterline dai diritti tv dell’ultima stagione, piu’ di un terzo delle entrate totali.
La stagione in corso offrirà da 15 a 18 GP dai 4 alle 7 in meno rispetto ai 22 della scorsa stagione, ma sufficienti per incassare i proventi derivanti dai contratti in essere per i diritti TV.
Se la F1 scende sotto la soglia dei 15 GP i broadcaster potranno attivare le clausole presenti nei contratti e diminuire i compensi dovuti a causa della cancellazione dei GP.
Per quanto riguarda il calcio, anche per lo sport piu’ amato del vecchio continente sono in ballo diverse suggestioni relative a potenziali spostamenti.
Alcune leghe stanno pensando di spostarsi negli Emirati o secondo l’esperto di settore Prof. Simon Chadwick anche in Cina.
Il piano della Cina è quello di imporsi come prima potenza calcistica mondiale entro il 2050 e ospitare le leghe occidentali in questo periodo di lockdown potrebbe rappresentare un’opportunità unica per compiere un passo deciso verso la realizzazione delle proprie ambizioni.
Molti fattori al momento remano contro questa ipotesi, ma la voglia di sport e lo sblocco di molte aree dell’Asia potrebbero dare vita a grossi stravolgimenti.
“Venire incontro allo sport Occidentale potrebbe essere vista sia come una mossa strategica che come un gesto disinteressato. Ciò che è sicuro è che porterebbe la Cina e l’Asia al centro dell’attenzione sportiva globale nel ruolo di guardiano della sua sopravvivenza”.
Articolo tradotto da Bloomberg