YIN E YANG DELLE MMA: ONE CHAMPIONSHIP E UFC A CONFRONTO.

Le situazioni estreme molto spesso mettono a nudo la vera essenza delle persone e ne fanno emergere in modo chiaro i loro tratti distintivi.

In questo senso, questa noiosa parentesi COVID-19, ci ha fatto capire meglio ancora una volta in che direzione il mondo delle MMA si stia muovendo.

Sono di questi giorni infatti i rumors che UFC 249 si disputerà o su un’isola privata o (ipotesi piu’ accreditata) al Tachi Palace Resort and Casino situato in una riserva Indiana della California. Entrambe comunque scelte per l’applicazione di una legislazione speciale in tema di organizzazione di eventi.

Quindi (nonostante le molte perplessità sia sanitarie che organizzative sollevate dagli esperti in questi giorni) si segue la linea del SHOW MUST GO ON! UFC sola contro il mondo e soprattutto contro la decisa opposizione della commissione Atletica dello Stato Californiano.

Dall’altro lato del pianeta, invece, ONE Championship ha di recente posticipato i suoi eventi di Aprile per rispettare le misure del Governo di Singapore e tutelare al massimo la salute degli atleti preparandosi a un ritorno in grande stile a fine Maggio.

Obiettivo del presente articolo non è quello di prendere una posizione a favore dell’una o dell’altra, ma semplicemente prendere spunto dal quotidiano per analizzare un fenomeno globale del mondo delle MMA.

Negli ultimi anni, infatti, stiamo assistendo, a una progressiva polarizzazione delle MMA.

In Nord America con la definitiva consacrazione di UFC e in Asia con la straordinaria ascesa di ONE Championship.

Al di là delle location geografiche (che senza dubbio influiscono sulle rispettive culture aziendali) quello che piu’ è interessante da notare sono la posizioni antitetiche tra le due in termini di business model, target di audience e valori.

UFC è, infatti, un po’ il bad boy yankee delle MMA. Nato e ancora fortemente ancorato al sistema di pay per view Nord Americano ha costruito negli anni una fanbase fortissima nella fascia tra 25 e 40 anni e ora cerca di strizzare l’occhio alle fasce piu’ giovani.

I valori proposti sono in linea con il pubblico di riferimento e rispecchiano molto anche la personalità del CEO Dana White. E quindi: sangue, sudore, machismo e trash talking misto a un po’ di sana spacconeria in stile americano.

ONE Championship dall’altro lato del mondo sta, invece, costruendo un impero basandosi su un modello di business e valori diametralmente opposti.

Da un punto di vista delle entrate, infatti, pur basandosi in parte, come tutti i grandi operatori del mondo sportivo, sui ricavi televisivi, la promotion di Singapore sta puntando forte sulle TV free to air, sul proprio canale YouTube e sulla propria app mobile venendo incontro alle esigenze delle sua fan base un po’ piu’ giovane rispetto a quella di UFC e con un’impronta piu’ digital. Il tutto accompagnato dai recenti investimenti di ONE nel mondo del gaming sviluppatissimo nel mercato asiatico e letteralmente in esplosione tra gli adolescenti.

Per quanto riguarda i valori ONE Championship, in linea col pensiero del suo fondatore Chatri Sityodtong, si ispirano alle radici antiche delle arti marziali e quindi: RISPETTO, ONORE, INTEGRITA’ E UMILITA’.

Una visione in cui l’atleta prima di tutto ha un ruolo di esempio per i giovani e poi di superstar del ring senza però nulla togliere allo spettacolo.

Due modi opposti, ma sicuramente vincenti, di seguire la stessa passione regalando emozioni ai propri fan e costruendo due imperi! Uno spunto di riflessione interessante per tutti gli operatori del settore del fighting.