LUCIO CANEVA, UN ADDIO PARTICOLARMENTE DOLOROSO. Di Carlo Di Blasi.

In foto Lucio Caneva

Non è mia abitudine scrivere i cosiddetti “coccodrilli”, come si chiamano in gergo giornalistico i pezzi commemorativi dei personaggi illustri che escono di scena, ma questa volta debbo fare un’eccezione, perché la perdita di Lucio Caneva mi ha colpito fortemente.

Su chi sia stato sportivamente Lucio Caneva rimando per rispetto al sito della sua federazione, FIJLKAM che lo descrive così bene (https://www.fijlkam.it/lotta-discipline/news-lotta/8915-addio-a-lucio-caneva,-una-vita-dedicata-alla-lotta.html).

LUCIO CANEVA: UN UOMO DI ALTRI TEMPI.

Lo avevo conosciuto bene dal punto di vista professionale in tanti incontri avuti sia alla FIJLKAM, la Federazione CONI dove ricopriva il ruolo di Team Manager delle nazionali di lotta, che altrove.

Ma era la parte umana e soprattutto il grande rispetto e l’amicizia che tutti gli tributavano ad impressionarmi: dal vicepresidente Giovanni Morsiani, al tecnico e consigliere federale Salvatore Finizio, al responsabile eventi Pala Pellicone Mauro Venanzetti.

Con lui abbiamo parlato e discusso più volte delle rispettive discipline, così diverse ma così simili.

Infine la lotta non sta forse alle MMA come la Boxe sta alla Kickboxing?

E ancora, non è forse così che negli USA emergono dal college gli atleti di lotta futuri campioni di MMA?

L’ultima volta ci incontrammo a Ostia, casualmente, nella strada che porta dall’ingresso al Pala Pellicone che avevamo affittato per Superfights Tsunami.

Era stanco, lo si vedeva, ma negli occhi, spronandomi, aveva ancora quella luce speciale che lo contraddistingueva.

Era un fantastico visionario Lucio Caneva, ma con lui non muoiono né i principi né le idee perché con il suo entusiasmo unico è stato capace di coinvolgere ed ispirare così tanti e la sua eredità intellettuale è ancora in grado di dare frutti.